Una ragazza splendida, Giamilja, capace di illuminare una giornata con il suo canto e il suo entusiasmo; ma anche ruvida, tenace, ribelle, capace di tenere a distanza gli uomini che la divorano con gli occhi.
Suo marito Sadyk, che presta servizio militare al fronte, non l’ama come forse lei desidererebbe, nelle sue lettere le riserva pochissime attenzioni, sembra quasi averla dimenticata.
Danijar invece, un uomo timido e un po’ ombroso che dal fronte ha appena fatto ritorno a causa di una ferita, si innamora perdutamente di lei.
Seit, il giovanissimo cognato di Giamilja, sente la forza irresistibile di quell’attrazione, ne viene calamitato.
Anche in lui, man mano che il loro amore affiora e prende il volo, sboccia una passione incontenibile: il desiderio di trasporre sulla tela, di rendere tangibile e immortale la bellezza di quello slancio attraverso la pittura.
In questa parabola piena di echi rurali, di sapori medio-orientali, permeata dalla potenza e dalla purezza del canto, amore, bellezza e vocazione artistica trovano una rappresentazione semplice ed esemplare, che strega chi legge.