Umberto Galimberti Eugenio Borgna Un luminare miope
Buchbeschreibung
Il saggio Umberto Galimberti Eugenio Borgna Un luminare miope comprova che Psichiatria e fenomenologia di U. Galimberti è una frode, perché fabbricato a plagi, manipolazioni cervellotiche, abiette parafrasi, e adornato di brillanti perle asinine. Il libro-frode di Galimberti uscì nel 1979, e allora l’impostore già sedeva in cattedra come “professore incaricato di antropologia culturale” a Ca’ Foscari, e tra i razziati dal plagiatore seriale ci sono anche degli antropologi culturali.
Dunque, nel 1979, Galimberti montava già in cattedra a Ca’ Foscari, perciò frotte di studenti furono costretti a comprare Psichiatria e fenomenologia, studiare questa impostura, è dare poi esami col prof. Galimberti, cioè con lo stesso docente che aveva fabbricato il libro-frode.
Dopo la farsa “Ca’ Foscari «processa» Galimberti”, i cui “giudici” inflissero al plagiatore seriale un semplice “richiamo”, nel 2012, “in occasione del 70° compleanno” di Galimberti, uscì Ritorno ad Atene, la raccolta di “studi in onore” dell’impostore. E il curatore, prof. dr. G. Pasquale, spaccia il frodatore per “giusto filosofo, umile e onesto”, e altresì come “soprattutto un pensatore. E di razza.” Ma è proprio così?
Tra gli “studi in onore” c’è pure quello del “grande psichiatra” E. Borgna, che definisce la frode Psichiatria e fenomenologia un “testo straordinario in ogni sua parte”, e altresì un libro “che è di una sconvolgente attualità, e che ha delineato tesi di grande originalità; e a questo libro vorrei richiamarmi più avanti.”
E più avanti, Borgna dà due esempi di “tesi di grande originalità”, attribuite da lui a Galimberti, quindi cita due passi presi da Psichiatria e fenomenologia, c’è però che il filosofo ha copiato il primo a M. Boss e l’altro a D. Cargnello, dunque quanto Borgna crede pensiero di Galimberti, questi l’ha rubato a Boss e Cargnello. E pure Borgna fu plagiato da chi però onora con la sua stucchevole sviolinata. Dunque, un’altra ignobile farsa.
A febbraio 2017, Galimberti fu ancora chiamato dall’ipocrita Santoro in tv, e gabellato come “persona che solitamente ci aiuta a pensare”. Il tema della puntata era “Babyricchi” e “violenza giovanile”, e Galimberti accusò “questi giovani” di avere una “psiche” che non “registra la differenza tra dare una coltellata e dare uno schiaffo”, e quindi la loro “psiche è apatica, non percepisce, e la cosa tragica non è tanto nel gesto, quanto nel fatto che non sentono la gravità del gesto.”
Eppure, Galimberti, che accusa i giovani di “psico-apatia”, e che “non sentono la gravità del gesto” violento, è lo stesso plagiatore seriale che, con gesti violenti e rapaci, ha depredato i libri altrui, fabbricando poi Psichiatria e fenomenologia, e tutti gli altri “suoi” libri, usurpando con le frodi la cattedra a Ca’ Foscari.
Dunque, tra i “psico-apatici” va incluso certamente Galimberti, come dimostra il nostro saggio Umberto Galimberti Eugenio Borgna Un luminare miope.