Theodor Adorno, uno dei maggiori esponenti della Scuola di Francoforte, è stato tra i più acuti critici dell’idea borghese di moralità del Novecento. La vedeva fondata sull’ingannevole assunto dell’autonomia del soggetto, mentre secondo il filosofo tedesco la società capitalistica occidentale rappresenta un mondo impersonale fondato sulla mercificazione, sullo scientismo, sulla soverchiante industria culturale che in realtà rende l’uomo schiavo dei suoi prodotti. Le opere di Adorno ruotano intorno al concetto dell’inanità di tutti i sistemi che pretendono di costruire degli schemi armonici della realtà, in quanto per raggiungere un tale fine sono costretti a entrare in una spirale totalizzante e mistificatrice che sacrifica il particolare, l’individuale, il quale non ha i mezzi per sfuggire a essa.