Esiste una differenza sostanziale tra non potere e non volere pagare i debiti. Il prestito non è un peccato, a condizione che sia acceso in maniera responsabile, sia destinandolo alla soddisfazione di bisogni importanti e non rinviabili nel tempo e si sia ragionevolmente certi che sulla base delle proprie finanze, senza presupporre aleatori aumenti di stipendio o ipotetiche vincite, si possa rimborsarlo regolarmente tutti i mesi. L’altra faccia della medaglia è l’indebitamento di sopravvivenza (per mangiare, per le medicine o per decine di altre cose) e quello che non si può rimborsare (per un incidente, per la perdita del posto di lavoro o per motivi ancora più gravi). Nel primo caso esiste una possibilità di scelta o quantomeno un’alternativa, nel secondo non esiste nulla, solo la disperazione. Tutti e due però necessitano di assistenza perché sapere gestire i debiti, eliminarli e poter ricominciare da zero è come avere la possibilità di vivere una seconda vita.