Gli Eretici d'Italia. Vol. 1
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L'eresia è una dottrina considerata come deviante dall'ortodossia religiosa alla cui tradizione si collega, come storicamente quella cattolica. Il termine viene utilizzato anche fuori dall'ambito religioso, in senso figurato, per indicare un'opinione o una dottrina filosofica, politica, scientifica o persino artistica in disaccordo con quelle generalmente accettate come autorevoli. I moti di contestazione nei confronti della Chiesa, divampati nella prima metà del XII secolo, come quello dei patarini e quello degli arnaldisti, avevano dato l'indicazione della necessità di una riforma religiosa. Il movimento dei catari, che affiorò contemporaneamente in diversi punti d'Europa, ambiva alla creazione di una nuova Chiesa. Contro di loro papa Innocenzo III bandì nel 1208 una crociata di sterminio. Nel 1244, la caduta dell'ultima roccaforte di Montségur, nel sud della Francia, con il conseguente rogo di circa duecento catari, determinò la fine del catarismo.
Nel XIII secolo Tommaso d'Aquino nella Somma Teologica definirà l'eresia «una forma d'infedeltà» che corrompe la dottrina e porta turbamento nelle anime dei fedeli. Secondo Tommaso inoltre, e poi di conseguenza nell'ambito del cattolicesimo, si pongono alcune distinzioni fra i diversi gradi dell'eresia. Quando si tratta dell'opposizione diretta e immediata ad un dogma esplicitamente proposto dalla Chiesa si parla di dottrina eretica, mentre quando ci si oppone a una conclusione teologica o ad altri elementi derivati di una verità rivelata o ad una dottrina definibile, ma non ancora definita, si parla di proposizioni erronee, o che sanno di eresia, o prossime all'eresia.
Cesare Ambrogio Cantù (Brivio, 5 dicembre 1804 – Milano, 11 marzo 1895) è stato uno storico, letterato, politico, archivista e scrittore italiano.
Deputato al parlamento dal 1860 al 1867, fu il fondatore dell'Archivio storico lombardo e presidente onorario della SIAE. Letterato legato all'area romantica e al cattolicesimo, il Cantù fu autore di numerosi romanzi (tra i quali spicca Margherita Pusterla), di saggi storici (Storia Universale e Grande illustrazione del Lombardo Veneto) e di storiografia letteraria (Ragionamenti per servire di commento ai Promessi Sposi; Storia della letteratura italiana). Dal 1873 fino alla sua morte fu Direttore dell'Archivio di Stato di Milano, organizzandolo e trasportandone la sede nell'ex Collegio Elvetico/Palazzo del Senato.