A portare alla ribalta sul confine dell’Eufrate l’Impero partico, una realtà che Roma aveva forse in un primo tempo parzialmente sottovalutato, fu la disfatta subita il 9 giugno del 53 a.C. da Marco Licinio Crasso sul campo di Carre. I Parti, che nel III sec. a.C. si erano insediati nei territori iranici conquistati da Alessandro Magno, godevano di un’immagine di guerrieri bellicosi e temibili, specie per i loro arcieri montati e la cavalleria pesante. Non è ancora certo quali furono le reali motivazioni che portarono i Romani a impegnarsi in tre secoli di guerre, con alterne vicende e battaglie cruente, contro un impero che a un certo punto fu considerato il principale “rivale” dell’Urbe sulla scena del mondo conosciuto. Sta di fatto che il conflitto non ebbe vero e proprio epilogo: andò spegnendosi con la dissoluzione dell’Impero partico causata da instabilità e ribellioni interne.