ILIADE autore: un troiano
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Darete Frigio, un sacerdote o un soldato dell’esercito di Priamo, è l’autore di un’Iliade scritta prima del poema omerico. Afferma di aver partecipato alla guerra di Troia, di essere scampato all’eccidio finale e, rimasto in città con Antenore, di aver sentito la necessità di redigere le proprie memorie per tramandare ai posteri la testimonianza diretta di quanto accaduto nel memorabile conflitto. Ci racconta un’altra Iliade, infiocchettata di nuove “verità”, forse meno epiche, di intrighi, amori e tradimenti. L’ha farcita, pure, di inedite descrizioni del carattere e dell’aspetto di Achille, Menelao, Enea, Paride, Ettore, Elena, Cassandra e degli altri e delle altre, personaggi proverbiali, mitici, nel nostro immaginario da sempre, resi immortali nel Medio Evo da poeti, commediografi e scrittori.
Dunque, la guerra di Troia dal punto di vista di un Troiano presente agli avvenimenti: entusiasmante, è più verosimile, però, che un anonimo, in epoca post omerica, abbia rielaborato materiale antico, magari in greco, e usato il nome di Darete, citato tra l’altro di sfuggita da Omero nell’Iliade, per diffonderlo come testimonianza diretta. È un’Iliade diversa, il Frigio ribalta spesso responsabilità e situazioni: il rapimento di Elena, a parte le questioni di cuore, è una specie di ritorsione verso gli Achei che avevano sequestrato, e condotto in Grecia come schiava, Esione, sorella di Priamo; i mitici eroi sono esseri umani e gli Dei non partecipano in modo diretto alla guerra; Ettore era uno che parlava molto, in fretta e in modo poco trasparente; Enea un roscio; Menelao un tracagnotto che non arrivava alla spalla di Ulisse; il cavallo di Troia, non era di legno ma immagine. E non si limitano a questi i doni che ci offre il Frigio Darete: è un’Iliade piena di sorprese.