Claude Lévi-Strauss è stato l’antropologo-filosofo che nel Novecento ha trasformato l’antropologia, inquadrandola in un sistema di pensiero, più che in una indagine concentrata sui singoli individui di altre etnie. Con il linguista Romàn Jakobson e il semiologo Roland Barthes è tra i fondatori dello strutturalismo, metodologia che ha applicato alle sue ricerche, rivolte a studiare il pensiero astratto degli individui nelle diverse società e le loro strutture linguistiche e mentali, elaborando alcuni principi di base già delineati secoli prima da Giambattista Vico e Jean-Jacques Rousseau e riallacciandosi agli studi sull’inconscio aperti da Freud e poi sviluppati da Lacan. A lui si deve tra l’altro il movimento di opinione che ha portato ad abolire le classificazioni tra popoli “civili” e “non civilizzati”.