Scambio di lettere fra Abgaro e Gesù
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Queste lettere di corrispondenza fra Abgaro, principe di Edessa, con Gesù di Nazaret, non sono state pubblicate nella Sacra Scrittura.
Eusebio, vescovo di Cesarea in Palestina durante il 4° secolo dell’era cristiana, asserì di aver trovato due lettere originali, ma in seguito i soliti eruditi teologi, che tutto sanno fuorché riconoscere la Parola di Dio, le classificarono come apocrife.
Abgaro manifesta in esse una magnificenza e una sublimità d’amore che lo stesso Gesù di Nazaret non aveva mai assaporato.
È per questo che il Signore interviene nuovamente per riconsegnare all’umanità l’originale verità mostrando, con tali lettere, che il vero amore è amare Gesù senza averLo mai visto né parlato con Lui, come fece appunto il pagano Abgaro.
Queste Rivelazioni inoltre confermano la continuità della vita dopo la morte del corpo e mostrano come un padre, di nome Abgaro, continuò ad amare Gesù anche dopo la morte del suo amatissimo figlio, nonostante Gli avesse chiesto di guarirlo.
Ma Gesù, invece della guarigione per la vita terrena, gli fece il dono ben più grande della “vera Vita eterna nel Suo Regno”.
E ciò avvenne perché tale figlio amava Gesù con tutto il suo cuore ed era da Lui ricambiato al punto che alla sua morte pianse una lacrima e disse, al padre Abgaro, che “con questi preziosissimi gioielli Egli adorna eternamente il Suo Cielo”.