390 a.C.: il primo saccheggio di Roma, uno degli eventi più scioccanti della sua storia, tanto che da allora i Galli, nella loro lingua Celti, diventarono un incubo per i romani, dal quale si liberarono solo trecento cinquant’anni dopo, in seguito alla conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare.
Tre o quattro protagonisti di quel periodo sono epici: Furio Camillo, uno dei più grandi condottieri dell’antica Roma, pluridittatore, plurivittorioso; Brenno, arrogante capo dei Galli Senoni; Caio Fabio Dorsuone, un giovane romano che per adempiere un obbligo religioso, attraversa due volte le linee nemiche, andata e ritorno; Marco Manlio Capitolino, l’ex Console che scaraventa giù dal colle i Galli assalitori.
Memorabili, anche, altri episodi: la conquista di Veio, secolare rivale; la disastrosa sconfitta dell’esercito capitolino nella battaglia sul fiume Allia; la distruzione di Roma; le oche del Campidoglio.
E, poi, un paio di frasi diventate patrimonio dell’umanità: “Vae victis” (Guai ai vinti) e “Non auro, sed ferro, recuperanda est patria” (Non con l'oro, ma con il ferro, si riscatta la patria).