La malavita a Napoli
Description of book
In maniera minuziosa e scientifica viene catalogato il vasto mondo della malavita napoletana tra Otto e Novecento. Una ricerca sul campo dell'antropologo Abele De Blasio che, in maniera asettica, scandaglia l'universo criminale della città (all'epoca) più celebre d'Europa.
Un testo che, seppur datato, continua ad offrire parametri interpretativi sempre attuali.
"La fama che godevano i Napoletani come ladri era talmente radicata nel mezzogiorno del nostro Paese, che quando qualche buon villico era obbligato a recarsi in Napoli si sentiva ripetere dai suoi, prima che avesse lasciato il focolaio domestico: «Sii tutt’occhio, perchè Napoli abbonda di ladri» ed i più prudenti tra essi, prima di partire, si facevano cucire dalle nipotine fra le pieghe dei calzoni le monete d’oro ed introdurre fra le scarpe e le calze quelle di argento.
Affinchè non si dica che tale precauzione doveva addebitarsi alla bonarietà di quei paesani, che avevano forse bevuto grosso dai locali sapientoni, è pregato il lettore dare uno sguardo ai varii editti emanati dai Governi ai quali era soggetta questa parte della nostra Penisola, e da alcuni di essi rileverà che quell’articolo del Decalogo che dice: «Non rubare» veniva interpetrato a rovescio da un’estesa casta che da secoli aveva poste sue solide basi in questo paese delle Sirene."
Dall'incipit del libro.
Abele De Blasio (Guardia Sanframondi, 5 settembre 1858 – Napoli, 5 aprile 1945) è stato un antropologo italiano.