Dalle femministe dell'Emilia Romagna alle ex-terroriste di Prima Linea e delle Brigate Rosse, molte protagoniste della storia italiana del secondo Novecento si affacciano in queste pagine. Le loro biografie e le loro parole, che avevano rimesso in discussione le idee comuni di emancipazione e di femminilità, mostrano i percorsi divergenti attraverso cui le donne avevano voluto affermarsi sulla scena pubblica.
Il libro pone problemi essenziali per valutare retrospettivamente una politica e una storia delle donne: quali furono i punti di forza del femminismo degli anni settanta? Quali i suoi rapporti con i movimenti degli studenti e dei giovani che si affermarono intorno al '68? Qual è l'atteggiamento più fruttuoso da assumere in una ricerca sulla memoria femminista? Quali sono le implicazioni delle ricerche delle donne per le discipline storico-sociali?
L'autrice si interroga sui modi e le forme della trasmissione del sapere, politico e quotidiano, tra diverse generazioni di donne e suggerisce percorsi aperti che tengano fermi due principi: restituire soggettività alle donne studiate e alle donne che studiano: trovare collegamenti tra la soggettività espressa dai movimenti femministi e quella vissuta dalle donne prima e intorno a loro.
Questa riedizione, suggerita dall'attualità dei temi della trasmissione e dell'andamento carsico dei movimenti femministi, si arricchisce dell'introduzione di Chiara Bottici su "Femminismi perduti, storie ritrovate, genealogie ricostruite" e della "Rivisitazione" finale di Luisa Passerini.