Porto Venere
Buchbeschreibung
«Tutto ciò che ha fatto epoca in me» dice Nietzsche parlando dello Stendhal «mi è stato sempre condotto dal caso, non mai dalle raccomandazioni». Porto Venere, la pia marina ligure, fu davvero uno de’ più bei casi della mia vita. Io vi giunsi una sera di Luglio, dopo aver vanamente errato alla ventura per quelle acque in traccia di un amabile soggiorno estivo. Pensavo passarvi la notte e dipartirmene alla mattina. Ma, in breve, tutto là, sull’estatica marina, mi sedusse e mi ammaliò così stranamente, che quella notte ne ebbe poi a prolificare parecchie, e due mesi trascorsero così, penetrati per me da una continua e prodigiosa ebbrezza di rivelazioni. Più tardi, tornato alla città, e per il corso di molti anni ancora, la mia memoria apparve tutta odorosa di quel lontano soggiorno in cui la danza delle imagini e dei miti si mescolava furiosamente, nella fantasia, alle grazie selvagge dell’aspetto marinaresco, in cui la lucida inquietudine della mia giovinezza ch’era in sul fiorire, si asolava nel vento in canti di passione alata, di voluttà piena.
Da questo sentimento di nostalgia nacque adunque in me il desiderio di ricomporre in quadri successivi la bellezza stanca e appassionata di Porto Venere, le sue emozioni, il suo insegnamento di pace e di energia.
Offerta dunque che più che ad altrui io faccio a me stesso. E sia. Al Lettore, poi, il quale non è d’opinione che tutte le opere dal poco al tanto nascono prodotte da un intimo bisogno di libertà e di chiarezza radicata nello spirito, io domanderò venia della mia inutile audacia.
Come pure non vorrei ch’Egli mi imputasse a troppa inesperienza l’aver esposte in un modo poco organico e discorsivo queste mie imagini marittime: alle quali ho pur voluto serbare, nella loro trascuratezza formale, tutto il rilievo spontaneo e le mosse disordinate e la grazia rude ch’ebbero nel momento in cui furono godute.
Ma un errore pur v’è, ed è gravissimo. Esso sta nel fatto di aver voluto comporre un libro con una materia che, forse per sè, non consentiva di essere efficacemente espressa in unità letteraria, ma la cui bellezza stava soltanto nel viverla, nel sentirla.
Errore tutto mio, davvero, degno delle verghe e della croce, e dell’esser caduto nel quale nulla varrà proprio a consolarmi, se non la speranza di imbattermi in un lettore pietoso ed accorto il quale, non trovando nel mio libro un libro buono, si compiaccia tuttavia di scorgervi una parte di quegli elementi con cui un buon libro si sarebbe potuto costrurre.
Carlo Linati
15 Maggio 1910
Carlo Linati (Como, 25 aprile 1878 – Rebbio di Como, 11 dicembre 1949) è stato uno scrittore e viaggiatore italiano.