19 aprile 1972: l’ex colonnello delle SS Herbert Kappler, detenuto all’ergastolo nel carcere militare di Gaeta, sposa Annelise Wenger, un’infermiera conosciuta circa sei anni prima. Il matrimonio rinfocola la polemica sul regime carcerario riservato al prigioniero, secondo alcuni troppo blando. C’è chi ne attribuisce la responsabilità al Vaticano e c’è chi se la prende con il governo italiano.
Di certo, neppure i terribili fatti di cronaca di quei giorni sopisce la diatriba e Fräu Kappler, che da tempo soggiorna varie settimane all’anno in albergo a Gaeta, riceve gravi intimidazioni telefoniche e per posta. Lei, evidentemente abituata al biasimo per la sua scelta coniugale, mostra più fastidio che timore per le reiterate minacce almeno fino alla notte in cui una sua giovane connazionale, la bella e disinibita Sabine Werner, anche lei ospite dell’hotel, viene brutalmente ammazzata durante un misterioso black-out telefonico.
A indagare sul caso non troppo ufficialmente tocca ancora una volta al commissario Soccodato, convinto a tradire la riviera romagnola per Gaeta dal cugino, vicedirettore dei Servizi segreti inviato col compito di vigilare in incognito sull’incolumità e sui movimenti della signora Annelise.
Un giallo fresco, piacevole, venato di ironia, da leggere tutto d’un fiato.