Clelia, o il governo dei preti è un romanzo anticlericale del 1870 di Giuseppe Garibaldi, nel quale l’autore racconta le tormentate vicende di un’immaginaria popolana romana, Clelia, di cui il cardinale Procopio si invaghisce follemente. Il racconto, ambientato nella Roma papalina, stigmatizza il radicato oscurantismo, il despotismo e il comportamento libertino di certi prelati.