Quando, nel 1782, l’ambasciatore del Marocco naufraga nelle coste palermitane, l’abate Velia, incaricato di mostrargli le bellezze di Palermo, viene fulminato da un’idea: realizzare un falso storico, che chiamerà “Consiglio d’Egitto”, dove l’intera storia delle proprietà terriere di Sicilia viene reinventata a uso e consumo del Viceré e delle sue riforme. Valido alleato di Vella è l’avvocato Di Blasi, segretamente convinto che grazie al piano dell’abate si possano introdurre anche in Sicilia le idee illuministe.