Ogni potere – da quello religioso a quello politico – interviene sui corpi. Prima ancora di approntare sistemi di strutture e di norme, costruisce ordini simbolici che distinguono gli usi «naturali» e «legittimi» del corpo da quelli «innaturali» o «perversi».
La posta in gioco è alta: riguarda la sfera intima delle persone, la sessualità e la riproduzione. Regolamentandole si regolamenta la società, ed è con il controllo delle donne che viene garantita la purezza della linea di discendenza, ritenuta essenziale per la vita comunitaria.
Nel corso del Novecento i movimenti femministi hanno portato sulla scena della storia, della cultura, della politica le vicende che riguardano il corpo, svelando le discriminazioni, le subordinazioni e le cancellazioni subite dal genere femminile per secoli.
Eppure, meccanismi invisibili condizionano ancora la nostra libertà mentre conquiste che credevamo acquisite vengono rimesse in discussione, le parole chiave del femminismo subiscono una torsione che rischia di stravolgerne il senso.