La virtù di Checchina, una situazione piuttosto banale come quella della seduzione di una quasi comica «aspirante» Madame Bovary da parte del solito aristocratico mellifluo e indolente, viene trattata dalla Serao con una magistrale e sapida malizia che rasenta la perfidia. Sembra quasi che la Serao voglia punire la «virtù» della protagonista incapace di ribellarsi allo squallido marito. Così dopo che lei nel dormiveglia si è inabissata in una confusione di fantasie voluttuose che hanno per oggetto il nobile corteggiatore, al risveglio trova il rozzo marito che la riporta coi piedi per terra: «Sarà stata la braciola di maiale che t’ha fatto male, Checca mia.»