Fuggiti da casa a causa della guerra, giunti in Italia dopo un viaggio terribile, soli, spaesati, incapaci di comprendere la lingua e di farsi capire, alcuni giovani hanno trovato a Trieste un ambiente accogliente attraverso il Consorzio italiano di solidarietà (Ics) che ha garantito loro una sistemazione dignitosa, la possibilità di imparare l’italiano e di seguire corsi professionali. Alle persone che li accolgono alcuni desiderano raccontare tutto il proprio vissuto, le ansie, le angosce e le speranze, e lo strumento diventa la poesia. Ma per parlare agli italiani, per farsi comprendere veramente e trovare un’intesa profonda, la lingua può essere solo l’italiano. Avere un approccio con la nostra arte e la nostra cultura diventa per loro una necessità, un piacere, e intanto regalano a noi, attraverso la loro poesia, molti aspetti della loro civiltà. Questo libro è una goccia utile a far diventare questo contatto tra mondi diversi un incontro tra il donare e il ricevere.