Sebastián Urrutia sente avvicinarsi la fine e nel corso di una notte febbrile ripercorre la sua vita di sacerdote dell’Opus Dei, di poeta mediocre e di autorevole critico letterario. Nell’ultimo romanzo di Bolaño affiorano dall’inaffidabile torrente della memoria compromessi e complicità della letteratura con gli orrori della storia, in una scrittura mirabilmente musicale.