"Arabella" continua la storia di "Demetrio Pianelli", altro romanzo di Enrico De Marchi. Arabella è sua nipote, figlia della cognata Beatrice e molto affezionata allo zio nelle sue disavventure.
Ambientato nella fascia a sud di Milano, precisamente tra Chiaravalle, Rogoredo e San Donato, cittadine che l'urbanizzazione ha portato quasi a fondersi ma che a quel tempo erano piccoli centri in una campagna sconfinata.
Arabella, come suo zio, sacrifica tutto al senso del dovere. Accetta di sposare il giovane e scioperato Lorenzo per salvare dalla rovina la famiglia del suo patrigno e si trova implicata senza colpa alcuna in un'infame truffa di suo suocero Tognino.
Emilio De Marchi (1851 – 1901), di famiglia di modeste condizioni e orfano di padre, frequentò il mondo letterario milanese dominato in quel momento dalla Scapigliatura. Ebbe un ruolo attivo anche in istituzioni caritative. La morale dei suoi romanzi (secondo l'uso del tempo pubblicati a puntate su periodici e quotidiani) è quella borghese del Manzoni, dove rassegnazione e onestà pagano più di sovversione e violenza, il contrasto doloroso tra ricchi e poveri non autorizza i contrasti di classe.