Pavese afferma come gli aspetti meno rassicuranti dell’esistenza possano essere descritti tramite la forte carica simbolica del linguaggio mitologico. Tutti i dialoghi ruotano attorno al concetto di destino, interprete di uno svolgimento impenetrabile ma allo stesso tempo inesorabile voluto dagli “immortali” insensibili al dolore provocato dalle loro spietate leggi.