Bogotà. Laura Romero è una donna solitaria la cui vita, resa agiata dalla generosa rendita derivante dalla cava di sale di proprietà della famiglia, scorre monotona e accompagnata dalla sola presenza del suo levriero, Brus. Una calma rotta dall'incontro con Fidel, un giovane orfano del quale riuscirà a scoprire solo l’età. Nel cercare di attribuire un’identità al bambino, Laura si troverà esposta a una tempesta burocratica di proporzioni fantastiche e scoprirà, suo malgrado, quel mistero libero e alieno che è l’infanzia.
Gli occhi delle balene è una storia che esplora i confini dell’isolamento e dell’intimità, dell’abbandono e della compassione. Con una prosa sofistica, potente e inusuale insieme, Carolina Sanín mette in discussione la maternità stessa e, con essa, tutto l'insieme di aspettative e desideri a cui viene associata. Fra le pagine di questo romanzo le affinità elettive si ridefiniscono lasciando che amore e affetto cedano il passo a legami nuovi. Come quello che si instaura fra Laura e Fidel; un'attenzione prudente piena di quella meraviglia che è tipica d'ogni scoperta.