Il cadavere di un uomo viene ritrovato con un colpo di pistola alla nuca e una mano infilata in tasca. Questo contrasto tra la tranquillità della posa e la modalità violenta della morte infiamma l’immaginazione degli investigatori. Il maresciallo Fini, in fase di divorzio, e il maresciallo Fulco, affetto da ludopatia, iniziano a lavorare al caso del “disinvolto”, tra affiatamento personale e competizione professionale.
Al plot investigativo si intrecciano le vicende di Janko, capo di un’organizzazione di narcotrafficanti, di Maksim, suo fratello minore, e dell’avvocato Federica Marullo.
Dietro lo pseudonimo dell’autore di questo romanzo si cela un Maresciallo dei Carabinieri che, stanco di vedere fiction in cui le indagini vengono raccontate in modo ingenuo, ha scritto con l’obiettivo di presentare la realtà delle tecniche investigative moderne nell’Italia contemporanea.