Gli alberi sussurrano le loro storie, la storia delle loro cortecce, la storia delle loro fronde, la storia delle loro radici. E in queste storie sono sedimentate le storie del paesaggio che li ospita. E in questi paesaggi si compiono e si sono compiuti i destini di molti uomini e di molte donne. I secoli passano, talvolta anche i millenni e queste creature restano lì, aggrappate alle rocce, alla terra, crescono, occupano, deformano e invecchiano. Generazioni di esseri umani, di padri e di figli, di nipoti e di discendenti transitano sotto le loro chiome e si abbeverano nelle ombre, ristorano l’anima e azzerano il pensiero. Si siedono, toccano i legni, si lasciano invadere lo sguardo dai movimenti che il vento anima, accarezzano le foglie e i frutti, i semi e le ramificazioni. Un altro albero cresce dentro di loro e sono pronti ad ascoltarlo, ad ascoltarsi. Lì vibra il centro del mondo.