Un dialogo colto, ma al tempo stesso sincero e ardito, su temi assoluti — la bellezza, la giustizia — tra un teologo-filosofo e un uomo di legge. Un'appassionata indagine sulla natura umana, su quell'uomo «legno storto» (la definizione è di Kant) che dimostra però di avere dentro di sé un germe di bene, un soffio divino. In effetti, come spiegare altrimenti il sacrificio di molti, che hanno dato e continuano a dare la propria vita per gli altri? E come non riconoscere nell'esperienza della bellezza un indizio dell'origine, un riflesso della trascendenza (del «Dio nascosto», nelle parole di Vito Mancuso)?