La lanterna di Diogene
Buchbeschreibung
Alfredo Panzini (Senigallia,1863 - Roma, 1939), scrittore poliedrico, saggista, critico letterario, accademico e lessicografo, è stato uno dei grandi protagonisti della cultura italiana nella prima metà del Novecento. Allievo di Giosuè Carducci all’Università di Bologna, esordì nella narrativa nel 1893 con il romanzo Il libro dei morti. La lanterna di Diogene, pubblicato da Treves nel 1907, è stato il suo primo grande successo, cui fecero seguito molte altre opere, tra cui Le Fiabe della virtù, Santippe, Viaggio di un povero letterato, La pulcella senza pulcellaggio, Il bacio di Lesbia. Ingiustamente considerato oggi uno “scrittore minore”, Panzini ha goduto di grande stima e di importanti riconoscimenti internazionali, tanto che la critica statunitense lo celebrò come “il miglior scrittore di prose italiane”.
Fin dagli ultimi anni dell’Ottocento con la sua famiglia Alfredo Panzini era solito affittare una casa a Bellaria per le vacanze estive. E su Bellaria come “meta” è incentrato il romanzo “di viaggio” La lanterna di Diogene, che, pubblicato da Treves a Milano nel 1907, lanciò Panzini all’attenzione sia della critica che del grande pubblico. Apparso l’anno precedente sulla Nuova Antologia, è il racconto di uno spensierato viaggio in bicicletta compiuto dall’autore da Milano a Bellaria: una fuga dalla città verso la libertà della campagna dove è possibile ristabilire un rapporto autentico con la natura. Lasciandosi alle spalle il caos della metropoli, la scuola, le lezioni private, gli esami, armato solo della propria pipa, della sua vecchia bicicletta e di un piccolo bagaglio, Panzini varca «il vecchio dazio milanese di Porta Romana» lanciandosi sulla grande Via Emilia. In cinque giorni - questa la durata del suo viaggio, intervallato da varie soste - incontrerà piccoli borghi e città, colline e pianure, ma soprattutto una serie di disparati personaggi caratterizzati da grande umanità. La lanterna di Diogene è infatti una storia di incontri, di dialoghi, di scambi, di impressioni e di scoperte, con la quale il narratore Panzini, che mai riesce a spogliarsi del tutto dalle vesti di erudito professore e di “filosofo”, ci descrive con perizia ed arguzia l’Italia del tempo, rurale e paesana, e i sentimenti e le emozioni delle sue tante anime.