"L'idiota" è considerato uno dei massimi capolavori della letteratura russa. Fëdor Dostoevskij vi vuole rappresentare “un uomo positivamente buono”, un Cristo del XIX secolo.
Il principe Myškin, ultimo discendente di una nobile famiglia tornato in Russia dopo essersi curato per l'epilessia, decide di portare una verità che ha come unica legge la compassione e l'amore verso il prossimo. Questa sua bontà commuove molte persone, tra cui la bella Nastas'ja Filippovna, che, nel tentativo di preservare il principe dall'essere contaminato dalla sua impurità (è una donna che ama esser mantenuta dai suoi numerosi amanti), si consegna quasi con gioia al suo destino di morte per opera di Rogozin, passionale amico-rivale del principe. Tuttavia una fine drammatica attende i due rivali.