«.... Un Santo buon figliuolo, che ha saputo collocarsi per benino nel calendario; un Santo a cui piacciono la baldoria, le mascherine, il veglione, le cene dopo il veglione e il resto dopo cena; un Santo che gongola tutto se per poco il suo giorno esce dalla sessagesima per entrare nella settimana grassa! Mi par di vederlo: stamattina è sceso dalla sua nicchia ed è andato a ringraziare Sant’Ambrogio, a cui deve se oggi gli è rimasto un cantuccio del mondo cattolico dove sottrarsi alla predica ed al digiuno. Sant’Ambrogio gli ha stretta la mano e gli ha risposto che tra Santi....»
Vedendo che nessuno ride, Aniceto interrompe la sua ghiotta eresia, crolla le spalle, vuota d’un fiato un lungo bicchiere di sciampagna e si lascia andare sulla poltroncina, dicendo in un’ottava più bassa: «Viva San Corrado!...»