A oltre settant’anni non sono ancora riuscito a seppellire del tutto il bambino che è in me. Ci provo ogni giorno, ma lui sempre riemerge con nuove fantasie, sogni e aspettative. Ogni giorno si aspetta che succeda qualcosa che gli cambi la vita. E tra le sue attese più ricorrenti, c’è l’amore quello vero, capace di farlo volare. È un pensiero che lo avvince, che lo appassiona, ma anche facilmente lo espone ad angosce, malinconie. Allora il bambino scrive di bellezza e di dolcezza, quando l’amore lo accarezza, ma di tormento e di amarezza quando l’amore gli sfugge. Questo a tratti con nostalgica armonia, a tratti con ironia, a tratti con rabbia, spesso con smisurata tristezza.