Dentro
Om bogen
Ci sono libri che quando li chiudi continuano ad abitarti,
lasciandoti impressa un'emozione duratura.
È una questione di vitalità contagiosa, d'intelligenza,
d'umanità, di sguardo sul mondo. Ha a che fare
con la pasta di quei pensieri che mentre ti spiazzano
senti subito tuoi.
Dentro racconta a ritroso la storia di un uomo, dall'età
adulta all'infanzia, isolando tre momenti capitali:
l'esperienza del carcere, «infinito inumano»; l'amicizia
tra due adolescenti che il caso fa sedere vicini il primo
giorno di scuola; le istruzioni per l'uso di un bambino,
di un padre e di una bicicletta.
Cos'è il carcere? La forma architettonica
del male.
Il carcere è un muro, e «il muro è il piú
spaventoso strumento di violenza esistente.
Non si è mai evoluto, perché è
nato già perfetto». Tutti i giorni, all'ora
d'aria, puoi arrivare a toccarlo col naso
«per guardarlo cosí da vicino da non vederlo
piú. E il muro non è fatto per agire
sul tuo corpo; se non lo tocchi tu, lui
non ti tocca. Non è una cosa che fa male,
è un'idea che fa male».
Sandro Bonvissuto ha un'attitudine da
speleologo dell'esistenza. Che parli della
pena di vivere in galera, della scoperta di
quella cosa gigantesca che è l'altro da sé, o
di un bambino che impara a correre il rischio
di cadere, i suoi pensieri si mescolano
sempre a percezioni scandagliate, felicità
assaporate, umiliazioni patite, declinazioni
del sentimento dell'esistere restituite
con la naturalezza e la potenza dell'acqua
che scava in profondità.
Cosí, la felicità frastornante che dà
l'amicizia può sprigionarsi da tre semplici
lettere («Aveva detto "noi". E mi sembrò
fosse la prima volta che risuonasse
quel pronome nell'aria, riferito anche a
me. Noi, detto cosí, ti faceva essere addirittura
la metà di una cosa plurale»).
L'infanzia che non conosce la dittatura
del tempo («lo sanno tutti che bambini
e orologi sono due cose incompatibili»),
che è insofferente agli spazi chiusi («perché
l'infanzia non ha case, l'infanzia ha
strade»), è «davvero l'unico momento nel
quale siamo stati un altro». Un momento
in cui un padre («la cosa viva piú immobile che abbia mai conosciuto») può mostrare
all'improvviso un potere inaspettato.
La storia di un uomo, in questo libro,
è resa attraverso tante piccole rivelazioni
come queste, che risuonano e durano
perché chi scrive pensa davvero che la vita
venga prima di tutto, anche del suo racconto.
Sandro Bonvissuto insegue pensieri,
immagini, intuizioni folgoranti come
spinto da un'urgenza vera, assoluta, impermeabile
ai luoghi comuni e ai compiacimenti
stilistici. Ed è questa la prima cosa
che si sente, leggendo Dentro: la forza
d'urto di una scrittura che sa convincere
ed emozionare perché è al di fuori di ogni
canone. Una scrittura sorgiva e filosofica,
capace di guardare dall'alto un'esistenza e
di postillarla con pensieri vivi.