Epistole e Favole
L’Albero del Riccio e Favole di Libertà
Om bogen
Questa opera di Gramsci unisce due raccolte: di epistole (L’Albero del Riccio) e di traduzioni di favole (Favole di Libertà); e mette in evidenza il legame tra sua vita politica e quella sentimentale. Gramsci merita di essere ricordato non solo per i suoi scritti, quanto anche per come ha vissuto e per quanto ha sofferto. In lui la ragione propriamente detta e le ragioni del cuore riescono a convivere generando un individuo completo, la cui profondità intellettuale si gioca a partire da un equilibrio di opposti e contraddizioni. Come descrive la curatrice dell’opera, Fabiana Caserta, qui si ha l’impressione di trovarsi davanti alla faccia nascosta della luna: una figura storica spesso eroicizzata, com’è il caso di Antonio Gramsci, che mostra il suo lato più umano. Ricco di piccoli spaccati della sua giovinezza sarda e di storie quotidiane del carcere, L’Albero del Riccio mette alla luce i legami familiari, sia con la moglie e i figli che con la madre, caratterizzati da un grande affetto, ma anche da ovvi momenti di dolore. Ogni elemento esistente diventa pregno di significato, degno di attenzione, ha una valenza emotiva superiore. In Favole di Libertà, invece, la condivisione di favole e di novelle popolari è il tramite comunicativo che Gramsci stabilisce con la famiglia. Nulla è lasciato al caso: ogni scelta specifica compiuta nella traduzione di Gramsci rispetto alla versione originale dei fratelli Grimm è in base alla esigenza di “secolarizzare” e di rendere più attuali e didattiche le fiabe.
L’Autore: Antonio Gramsci, per la statura del suo impegno intellettuale e politico è considerato una tra le maggiori figure della prima metà del Novecento italiano. Membro del PSI e fondatore de L'Ordine Nuovo (1919), fece parte dell'esecutivo dell'Internazionale comunista. Divenuto segretario del Partito Comunista d'Italia e deputato, affrontò la questione meridionale, indirizzando la politica dei comunisti verso l'unione con i socialisti massimalisti. Nel 1924 fondò il quotidiano politico l'Unità. Per la sua attività e per le sue idee fu condannato a venti anni di carcere. Il suo pensiero politico si articolò in una rilettura globale dei fenomeni sociali e politici internazionali dal Risorgimento in poi, che lo portò a criticare lo stalinismo, a teorizzare il passaggio dalla "guerra di movimento" alla "guerra di posizione", a formulare i concetti di "egemonia" e di "rivoluzione passiva".
Il curatore: Fabiana Caserta, classe 1995, di Palermo. Laureata in Studi Filosofici e Storici presso l’Università di Palermo, approfondisce la filosofia politica, antropologia e linguistica. Si dedica alla traduzione di saggistica e alla scrittura di racconti brevi. Dopo la laurea si interessa a psicologia, neuroscienza e filosofia morale. Nel 2021 si trasferisce in Svezia per un Master in Scienze Cognitive prezzo la Università di Umea.