Fascismo di ritorno
Om bogen
In questo pamphlet, scritto nel 1972 in piena “strategia della tensione”, Franco Ferrarotti, ragiona su quanto “fascismo è rimasto” non solo nelle istituzioni ma nella società, nella psicologia di massa degli italiani e nella loro cultura. Ferrarotti si pone il problema della modernità del fascismo e, forse più ancora, del neofascismo: la ricerca, in momenti di crisi, di una figura guida, di un “salvatore” delle sorti comuni sono davvero sentimenti ancestrali e primordiali quasi impossibili da sconfiggere? Se il fascismo non se n’è mai andato come si può costruire un sistema di valori che superi gli assunti di quel regime? Dopo aver esaminato il rapporto tra fascismo e gli interessi dominanti, l’uso dell’ambiguità come tecnica della conquista del potere, che gli permette di proteggere i grandi potentati economici e allo stesso tempo attirare il sostegno della piccola borghesia e di parte del sottoproletariato, l’autore risponde che il superamento è possibile solo con il passaggio delle istituzioni pubbliche ad una vera democrazia di partecipazione. Nella premessa, Matteo Albanese coglie nell’attualità delle domande che Ferrarotti si poneva 50 anni fa le ragioni di questa ristampa.