Atiq Rahimi dice di sé di essere nato in India, incarnato in Afghanistan e reincarnato in Francia e in questa dimensione errante inventa una lingua forte, singolare e libera per raccontare per la prima volta il suo esilio.
A sedici anni, a seguito del colpo di stato comunista del 1978, lascia Kabul per Delhi e successivamente ottiene asilo politico a Parigi. A quale civiltà appartiene?
Attraverso ricordi, riflessioni, lettere e disegni, Rahimi modella un racconto intimo e poetico, una meditazione su ciò che resta delle nostre vite quando si perde la terra dell’infanzia.