I fantasmi ritornano
Om bogen
Émile, vecchio collega e amico, a Giaveno per riprendersi dall’ennesima delusione sentimentale, e due cadaveri sepolti a testa in giù nel cortile di una cascina, secondo un macabro e studiato rituale, sono il cuore del nuovo, avvincente capitolo della saga di Leo Delfos, ex commissario capo della Polizia Giudiziaria parigina a riposo nella natia val Sangone.
La storia affonda le sue origini in un passato remoto che Émile, Leo e la sua compagna Julie sono costretti a ricostruire passo a passo, non senza rischi e colpi di teatro, repentini mutamenti di scena e d’orizzonte. Fino al magistrale epilogo, in cui la vicenda si scioglierà, rivelando l’implacabile destino di personaggi che sembrano mossi sulla scena del noir come burattini governati da un regista in preda a pulsioni inconciliabili, tra un istinto che si vuole incontrollabile e il muro invalicabile delle convenzioni sociali.
«‘Il fatto è che davvero non avevo mai visto una scena del genere. Sì, insomma, due cadaveri piantati a testa in giù!’ Solo Leo, già informato da Laviello, non mostrò sorpresa, mentre Carlo, fingendo una rudezza consumata, azzardò una battuta: ‘Eee, li hanno piantati come delle carote nell’orto?’ Marri non riuscì a sorridere. ‘Più o meno. La testa è interrata e i corpi, col torace squartato, sono legati a due pali.’ ‘Come le tumatiche’, sottolineò di nuovo Carlo, proseguendo la sua pièce orticola, ma un’occhiata di Leo lo zittì. ‘Gran brutta fine’, sospirò Émile. ‘Ciò nonostante, sulla causa della morte non posso essere preciso. Come capirete, non ho potuto esaminare i corpi completi, quello è lavoro del medico legale.’ ‘Mi sembra che i ventri squartati…’ osservò Émile. ‘Certo, con ferite così non si sopravvive’, ammise Marri, ‘anche perché dalle cavità toraciche sono stati asportati almeno il fegato e il cuore…’»
I fantasmi ritornano. Una straordinaria capacità di tratteggiare ambienti e caratteri. Un noir classico, torbido come una mente malata, amaro come i rimpianti di una vita.