Il Buddhista Nel Braccio Della Morte
Trovare La Luce Nei Luoghi Più Oscuri
Om bogen
Questo libro mostra in maniera vivida come, anche di fronte alle più grandi avversità, la compassione e l’attenzione premurosa nei confronti degli altri portino pace e forza interiore. S.S. il Dalai Lama
Avrebbe potuto restare un nome qualunque quello di Jarvis Jay Masters, uno dei tanti nel lungo elenco dei condannati ingiustamente alla pena di morte in qualche durissimo penitenziario americano. Un giorno avremmo sentito distrattamente la notizia della sua esecuzione, ci saremmo indignati di fronte a una simile barbarie, poi, passato lo sdegno, ci saremmo dimenticati di lui e della sua storia. Sì, perché la vita di Jarvis aveva tutti i presupposti per un copione prevedibile dal finale altrettanto scontato: un’infanzia negata nella più totale assenza d’amore, sfociata in un’adolescenza all’insegna della criminalità, fino alla reclusione nel carcere di massima sicurezza di San Quentin a soli diciannove anni, e in aggiunta a tutto questo l’imputazione infondata per concorso in omicidio di una guardia carceraria costatagli il trasferimento nel braccio della morte. In quel luogo di vite senza futuro, vecchiaia, rimorso e rimpianto, Jarvis si ritrova solo con se stesso, a dover fare i conti con il suo passato di sofferenza subìta e inferta. Crisi di panico, scatti d’ira e forti stati di depressione gli sconvolgono l’anima, ma arriva un consiglio non richiesto e inaspettato che scombina il suo destino, solo all’apparenza già scritto: provare a calmarsi con la meditazione. È così che, nonostante un’iniziale refrattarietà, intraprende un percorso irreversibile di liberazione che lo porterà molto più lontano di quanto avessero immaginato lui e chiunque gli sia stato affianco negli ormai trentadue anni di reclusione. Guidato da venerabili maestri buddhisti come Chagdud Tulku Rinpoche e Pema Chödrön, tuttora una delle sue più grandi amiche e sostenitrici, Jarvis si è scoperto un uomo diverso, un uomo di pace, capace di vivere il suo dolore ma soprattutto di curarlo e prevenirlo attorno a sé, aiutando chiunque, vicino e lontano, a trovare la chiave per uscire dalla propria prigione. Serviva una voce estremamente sensibile per ricostruire il lavoro che Jarvis ha fatto sulla sua mente, una voce che riuscisse a raccontare questa storia straordinaria senza cadere in cliché. David Sheff ha raccolto la sfida, e se in un primo tempo è stata la curiosità a portare la sua attenzione questo caso, poco alla volta si sono fatti spazio in lui un sincero interessamento, la stima e l’amicizia nei confronti di un uomo che ha imparato a dare un senso al suo dolore e una nuova direzione alla sua vita. Nessuna critica al sistema giudiziario americano in queste pagine, l’ineluttabilità e la durezza della pena di morte sembrano perdere consistenza, il braccio della morte diventa allora metafora delle prigioni mentali che ognuno di noi crea e alimenta, in un racconto biografico che mette il lettore di fronte alle proprie chiusure. Non si proveranno né pena né pietà, si rimarrà invece accecati dalla luce degli occhi di Jarvis, tanto da desiderare di voler incrociare quello sguardo. La forza e la bellezza del suo cambiamento hanno valicato l’asfissiante perimetro della sua cella, in un’onda di compassione capace di travolgere chiunque in ogni luogo.
PUBLISHER: TEKTIME
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