Il tempo della fine
Prossimità e distanza della figura di Gesù
Om bogen
Il problema della vita di Gesù va posto nel modo più radicale, vale adire come poté porsi e di fatto si pose a quanti tra i suoi contemporaneiebbero la ventura di vederlo ed ascoltarlo.
Spogliato dal sistema di credenze che lo accompagna da sempre,l’«evangelo» è riproposto dall’autore nella sua figura originaria: racconto molteplice di una credenza segnata dall’eccesso degli atti, dalla parola che stupisce, dalle conflittualità insuperabili, dalla violenza della separazione, dallo sconvolgimento della resurrezione.
Ed è colto nel movimento significativamente contraddittorio che gli èproprio: l’«evangelo di Dio» proclamato da Gesù in vista dell’avvento diun regno di giustizia, trapassa nell’«evangelo di Gesù Cristo» inteso comeannuncio di ciò che la sua morte e resurrezione significa per i credenti,senza tuttavia che venga meno il convincimento di vivere oramai neltempo della fine, inconciliabile con la concezione lineare della storia.
Quanto alla realtà storica di quegli eventi, a ciò che Gesù in particolareha creduto e voluto, alla sua concezione del mondo e del tempo, da questirapidi schizzi emerge una personalità connotata dalla consapevolezza didover assolvere un compito radicale, che non ammette condizionamenti,sostenuta da una fede che contrasta l’accettazione dello stato attuale delmondo destinato a mutare radicalmente in forza del suo evangelo.