Il tempo di Alice
La famiglia Ferrante
Om bogen
Si dice che il dolore dell’anima abbia il potere di rallentare il tempo.
La famiglia Ferrante conosceva bene quel tipo di potere, specialmente Alice. Ogni anno che aveva vissuto le era pesato almeno il doppio e spesso la sera, non riuscendo a dormire, andava a caccia di momenti felici. Trascorreva notti intere sveglia in cerca di emozioni, mentre la luce fioca della luna rovistava fra gli anfratti oscuri della sua memoria. Rammentava gli anni in cui era stata una bambina allegra e spensierata, quando correva a perdifiato insieme ai suoi fratelli sotto casa, o in riva al mare. Quando il suo colore preferito era il rosa e sua madre profumava di sapone di Marsiglia.
L’insonnia aveva iniziato a rubarle il sonno nell’anno duemila, quando, la sorella gemella Isabella si era gravemente ammalata di depressione e lei cercava di sopravvivere a quell’immenso dolore. In quegli anni non aveva amici e la solitudine l’avvolgeva notte e giorno come nebbia.
Nella sua breve esistenza aveva capito che la felicità era effimera come la vita di una farfalla, inebriante come un bicchiere di room e potente come l’amore. Nei momenti in cui si sentiva triste attingeva a quei ricordi felici per testimoniare a se stessa l’abilità del tempo di scorrere senza cancellare.
La sua testa era diventata un pozzo di pensieri e l’unico modo per svuotarla era quello di alzare a tutto volume la musica del suo iPod. Marvo Alelí era il suo cantante preferito dall’età di undici anni. La sua voce era diventata la colonna sonora della sua vita. Impazziva per le sue canzoni che parlavano d’amore e si lasciava completamente assorbire dalle sue melodie.
Che cos’è l’amore?
Se l’era chiesta un centinaio di volte e puntualmente le arrivava la risposta di suo nonno che, con la sua espressione saggia, le rispondeva gioioso:
"L’amore è quel sorriso che avrai ogni volta che penserai a me quando sarai grande”.