L'uomo a una dimensione
Om bogen
L’immaginazione al potere
Quando “L’uomo a una dimensione” uscì per la prima volta nelle librerie di tutto il mondo, la società ebbe un grande sussulto e indicò subito Marcuse come il grande interprete della società contemporanea capace di spiegare il senso di soffocamento, l’alienazione da un universo sempre più totalitario che strombazzava la sua libertà in ogni momento. L’analisi della società industriale avanzata era impietosa e Marcuse smascherava finalmente con parole precise e severe come le democrazie non fossero altro che espressioni e forme di una società bloccata; immobile sia da un punto di vista politico, che economico, e ovviamente culturale. Ma bloccate anche sul piano della speranza di un cambiamento futuro. Il vero protagonista, l’uomo, che ruolo ha in questa società?
Marcuse dava voce ad un movimento che fino ad allora si era mosso confuso e rapsodico, e ne diviene il leader culturale.
La “società senza opposizione” descritta da Marcuse si è mobilitata contro il nemico al punto da minacciare la distruzione nucleare totale. Si basava sulla "suprema promessa" di "una vita sempre più confortevole per un numero sempre crescente di persone che, in senso stretto, non possono immaginare un universo qualitativamente diverso di pensiero e azione". Le loro "molte libertà e comodità" hanno solo "perpetuato e intensificato" la loro "sottomissione all'apparato produttivo". Mentre leggiamo L'uomo a una dimensione oggi, non sembra di incontrare ancora la società in cui viviamo ora?
Come può un movimento rompere con questo mondo che assorbe tutto per chiedere e crearne uno migliore? Come incoraggiare le persone non semplicemente a riunirsi per creare momentaneamente un'alternativa, ma per combattere le istituzioni dominanti? E in nome di cosa? Le domande non sono semplici e le risposte non sempre sono disponbili con chiarezza. Tuttavia, l’analisi di Marcuse si sostiene con lucidità e riflessioni precise, contribuendo alla definizione di un’alternativa possibile.
L’autore: è stato filosofo, sociologo, politologo e docente universitario. A seguito della presa del potere da parte di Hitler si rifugiò in america dove visse molti anni scrivendo i suoi testi più importanti. Fondatore della “Scuola di Francoforte”, un istituto di ricerca sociale tra i più importanti al mondo, cercò di coniugare l’analisi sociale marxista con le teorie freudiane formulando ampie critiche alla società neocapitalistica, ritenuta totalitaria quanto e più delle società più totalitarie del passato. Queste opere lo consacrarono “leader” dei movimenti di protesta giovanili, studenteschi ed operai, favorendo una loro maturazione intellettuale e critica.
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