Danilo Chiesa riapre gli occhi e sa perfettamente di essere morto. Quello che non sa è dove si trova. Due loschi figuri appaiono per affidargli un compito: redigere la propria biografia e discuterne con loro ogni capitolo. È indubbiamente una strana richiesta ma Danilo non ha alternative. Inizia così a scrivere di sé e a rivivere il proprio passato, diventando spettatore di sé stesso.
Racconta degli anni Settanta, della sinistra, delle manifestazioni,
della lotta e della paura. Racconta dell’impegno e del momento della resa. Racconta del fallimento e dell’abbandono. Forse un viaggio dentro alla propria coscienza. Forse voci esterne che, in realtà, sono voci interne.