Occhio di bue
Il filosofo che canta racconta la sua visione del pop e il declino dei tempi
Om bogen
Occhio di bue
L’‘occhio di bue’ è quella potente lampada che si usa in ambito teatrale, e soprattutto musicale, per proiettare un fascio di luce concentrato e altamente definito sul performer in scena, cantante, ballerino o attore, che viene costantemente seguito da un operatore che ne illumina la presenza e i movimenti sul palco. Claudio Sottocornola parte da questa immagine per indagare il fenomeno del successo e del divismo nella cultura di massa contemporanea, fra ricordi, analisi storico-filosofica e riflessione esistenziale, in oltre venti conversazioni on the road, tra librerie, centri culturali, teatri, e QR code che rinviano alle celebri lezioni-concerto dell’autore (nell’edizione a stampa sono 435 tracce MP3 su Dvd-Rom), con un gustoso album fotografico delle sue avventure fra cultura, musica e vita. Un testamento che l’autore lascia – dopo oltre vent’anni di viaggio nel mondo dello spettacolo e della canzone in Italia – come personale contributo a una riflessione empatica ma anche critica verso la categoria postmoderna del pop e il suo probabile epilogo. Insieme a riflessioni e analisi rigorose, tanti aneddoti e incontri con i principali esponenti dello spettacolo, della musica e della cultura italiani uniscono profondità e leggerezza, pensiero e bellezza, scrittura, musica e immagini all’insegna di un approccio globale e transmediale.
Biografia dell’autore
Claudio Sottocornola, ordinario di Filosofia e Storia a Bergamo, si è laureato con una tesi in Storia della teologia all’Università Cattolica di Milano e ha insegnato Discipline religiose, Materie letterarie, Scienze dell’educazione, Storia della canzone e dello spettacolo. Giornalista, scrittore e performer, si caratterizza per una forte attenzione alla categoria di “interpretazione”, alla cui luce indaga il mondo del contemporaneo. Come filosofo, utilizza musica, poesia e immagine per parlare a un pubblico trasversale, nelle scuole, nei teatri e nei più svariati luoghi del quotidiano. È autore di numerosi saggi, opere poetiche, visive e multimediali. La sua indagine presenta tre polarità prevalenti: l’autobiografia intellettuale, l’analisi e rimodulazione dei contenuti relativi alla tradizione spirituale occidentale, con particolare attenzione alla attuale crisi del sacro, la cultura pop contemporanea, dal mondo della canzone pop, rock e d’autore a quello della televisione, del cinema e dei social media. In riferimento a quest’ultimo ambito la stampa italiana lo ha soprannominato “il filosofo del pop”, sottolineando il suo interesse per la cultura di massa e l’utilizzo di modalità espressive legate al mondo dello spettacolo, attraverso le sue numerose e affollate performance live sul territorio.