Racconto di due città
Om bogen
Questo romanzo storico, anche se non tra i più conosciuti di Dickens, è diventato negli anni il testo più venduto al mondo, segno dell’impegno sociale descritto dalle vicende storiche di due famiglie, Manette ed Evrémonde, separate dal ceto di provenienza e riunite dal destino nel vortice sanguinario della Rivoluzione Francese, che divennero familiari non solo per i lettori della metà dell'Ottocento – per i quali leggere del “Regime del Terrore” non doveva essere poi tanto diverso da quanto non lo sia per noi leggere un racconto della seconda Guerra Mondiale – ma per milioni di lettori ancora oggi.
Il romanzo, infatti, è ambientato a Parigi e Londra durante la Rivoluzione francese e negli anni del Regime del Terrore. In esso vengono rappresentati la sottomissione del proletariato francese all’oppressione dell’aristocrazia negli anni precedenti la rivoluzione, e la successiva brutalità dei rivoluzionari nei primi anni della rivoluzione. Segue le vite di diversi protagonisti attraverso questi eventi, in particolare Charles Darnay, un ex-aristocratico francese che diviene vittima di accuse indiscriminate durante la rivoluzione, e Sydney Carton, un avvocato inglese che cerca di redimere la propria vita per amore della moglie di Darnay, Lucie Manette, il cui padre venne ingiustamente imprigionato nella Bastiglia.
Dickens condanna l'ignobiltà di una casta che aveva perso, in Francia, il diritto a rivendicare il ruolo di guida morale e civile della nazione e insieme anche la crudeltà scaturita dall'opposizione a quei soprusi. Le due città evocano, nel parallelismo - anche se con esiti diversi - delle vicende giudiziarie di Darnay/Evremonde a Londra e Parigi, una sorta di dualismo tra l'equilibrio del sistema anglosassone e l'estremismo dei Lumi francesi.
Il racconto non ha un protagonista principale; emergono, ed è forse uno dei primi casi in letteratura, le folle come protagoniste: la massa umana, che assalta la Bastiglia, prigione simbolo dell'oppressione feudale.
Dickens lancia attraverso il tempo passato, un monito al tempo presente in cui è ancora viva la minaccia della ripetizione dell’antico. Si deve, infatti, tener conto che nel 1859 (anno di pubblicazione del romanzo) è ancora ben vivo il ricordo dei tumulti e delle agitazioni dovute all’approvazione della Corn Law e quello dei moti rivoluzionari a seguito del movimento cartista, che con la sua richiesta di una radicale riforma elettorale, rievocava i fantasmi del Terrore francese.
Per Dickens la rivoluzione è una malattia, è febbre e delirio di autodistruzione il cui contagio si propaga a velocità spaventosa.
La società è continuamente minacciata a causa degli squilibri della distribuzione della ricchezza e la folla sottoposta a continui soprusi diventa facilmente crudele e incontrollabile: a quel tempo la folla era un mostro molto temuto e che non si fermava davanti a nulla. In queste note si comprende anche la grande attualità del romanzo di Dickens e le motivazioni ad una lettura odierna.