In Europa occidentale abbiamo la tendenza a distinguere discipline umanistiche e scientifiche. Non è però assodato che necessariamente quando l’oggetto di studi è “umanistico” il metodo d’indagine non possa o debba essere comunque scientifico. Anzi, un approccio impressionistico alla scienza della traduzione è forse ciò che maggiormente ci differenzia dalla metodologia della ricerca a livello mondiale. In questo intervento mi propongo di descrivere alcune conseguenze negative dell’uso di parole (anziché termini) nel dibattito traduttologico in italiano e in inglese. E cerco di anticipare alcune argomentazioni contrarie all’uso esclusivo di termini scientifici, relative alla componente mentale del processo traduttivo.