Un tranquillo viale alberato
Om bogen
Con il romanzo Un tranquillo viale alberato, Nada Gašić (1950) ha esordito nella narrativa. Il romanzo, se a prima vista sembra inserirsi nel filone realistico, si caratterizza in particolare per le sue atmosfere noir. La trama si sviluppa intorno a una tranquilla via di Zagabria, vicino alla piazza Kvaternik, un bel quartiere tra il centro della città e il bellissimo parco di Maksimir, dove i più diversi segreti pullulano dietro le tende attentamente tirate delle case. Il romanzo disegna le vite di numerosi abitanti della città il cui destino è fortemente marchiato degli avvenimenti degli anni novanta, cioè il periodo successivo al disfacimento della ex Jugoslavia e di quella che in Croazia viene chiamata “guerra patriottica”. Il retroscena politico e storico traspare però tra le righe mai in primo piano, e la tranquilla via con il suo filare degli alberi rappresenta il palcoscenico quotidiano di tutti coloro che non sono o non si sentono in linea con lo spirito nazionalistico e reazionario del tempo. Per costoro il calvario della richiesta della cittadinanza, dell’orientamento sessuale “sbagliato” o del rischio di appartenere a un “sangue nazionalmente impuro” sono il frutto delle conseguenze d una guerra i cui primi effetti sono quelli psicologici, se non addirittura psichiatrici, da “trauma postbellico”, anche in conseguenza di elementi concreti come la perdita della propria casa o di leggi promulgate troppo in fretta. La storia si svolge nell’anno 2003, durante una decina di giorni tra i più caldi del secolo, quando l’afa insopportabile ancor di più sottolinea le frustrazioni dei personaggi, spesso manifestate solo nei sogni o attraverso paure trasformatesi ormai in vere e proprie fobie. A queste “ex persone” che vivono sull’orlo della vita reale, tra i sogni e le pasticche di antidepressivi, tra la scrittura dei diari, i travestimenti e la recita di personaggi immaginari si contrappongono i personaggi della piccola borghesia, insopportabili nel loro modo di vivere, pieno dei cibi, di ricette, usanze, pettegolezzi, frasi fatte, cattiverie, falsità e sicurezze sempre gratuite: una crudeltà credibile proprio perché incredibile. La via è un microorganismo del macro livello della città, e gli avvenimenti, colti nella loro atmosfera quotidiana, potrebbero avvenire in qualsiasi altro quartiere. E così questa via apparentemente tranquilla diventata il posto di una successione di delitti in cui ciascun personaggio fa i conti con se stesso.