Una eredità perversa
...le radici di un destino avverso
Om bogen
“Un’eredità perversa” si ricollega ad alcuni brani del saggio dello stesso autore “I sette volti del male” ed in queste nuove pagine non mancano parentesi serene nel Brasile di oggi ma vengono descritti anche gli eventi che colpiscono Vincenzo Fumagalli, il protagonista trasferitosi dall’Italia, che è perseguitato da un’eredità non voluta. È un’eredità fatta non solamente di denaro e beni immobili bensì un destino avverso che inizia con un’infanzia infelice. Si dice che non è possibile scegliere la famiglia nella quale venire al mondo, e neppure i propri parenti, ed in quella di Vincenzo Fumagalli l’interesse è sempre stato predominante sui sentimenti di affezione, amore e disinteressata solidarietà umana. Quella fatta dall’autore è un’analisi cruda, forse anche spietata, di un sistema sociale nel quale “l’apparire” prevale ed è più forte “dell’essere”. Accade, tuttavia, un fatto nuovo nella vita di Vincenzo, un fatto che ha una nome: “Luiziane” un’avvenente signora “paulistana” anch’essa trasferita da poco a Paranaguá, cittadina litoranea dello Stato del Paraná, e da quel momento, per l’attempato italiano, le cose cambiano ma si complicano con l’arrivo imprevisto di Eugenio, il figlio di Vincenzo. È inevitabile il conflitto tra due diversi sentimenti: l’affettività del padre protettivo che si contrappone all’amore passionale dell’uomo verso una donna. I personaggi del romanzo potrebbero sembrare reali ma non lo sono: essi sono usciti dalla fantasia dell’autore.