Il miraggio
Description of book
Letteratura - romanzo (282 pagine) - A un lettore distratto potrebbe sembrare il solito drammone sentimentale fatto di tradimenti, sotterfugi, sensi di colpa, amori impossibili, suicidi disperati e così via, invece ci troviamo di fronte a una capillare dissezione delle ipocrisie borghesi di ieri (e di oggi).
L’arte e la vita si mescolano in questo romanzo in cui il protagonista, come il suo autore, è un drammaturgo di successo, dilaniato dallo scontro tra diverse passioni: quella per la dolce e rassicurante moglie Barbara, quella per gli adorabili figlioletti, quella per la sensuale e giovanissima amante Claudina e, soprattutto, quella per la scrittura. Personaggio inquieto sì, ma anche irrimediabilmente convenzionale, Giuliano Farnese si dimostrerà incapace di godere fino in fondo il sapore delle proprie perversioni, restando arenato, suo malgrado, nelle paludi del perbenismo e finendo per credere ai propri autoinganni pur di sopravvivere ai rimorsi che lo corrodono nel profondo. Il miraggio (1901) è quindi un romanzo per certi aspetti soffocante nel quale la luminosa bellezza della Roma di inizio Novecento contrasta con i recessi purulenti e meschini dell’animo di tutti i personaggi.
Lucio D’Ambra, pseudonimo di Renato Eduardo Manganella (Roma, 1880 – 1939), fu esponente del mondo culturale ad ampio raggio: scrittore, giornalista, critico letterario e d’arte, drammaturgo, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico. Diede alle stampe saggi, biografie romanzate e alcuni romanzi che riscossero un notevole successo, come Il re, le torri, gli alfieri (1917), Il mestiere di marito (1924), Fantasia di mandorli in fiore (1931), Conversazioni di mezzanotte (1937). Nel 1918 fondò la casa di produzione D’Ambra Film, dalla quale uscirono una trentina di fortunate pellicole, tra le quali Napoleoncina (1918), Ballerine (1918), La storia della dama dal ventaglio bianco (1919), Due sogni ad occhi aperti (1921), La falsa amante (1921), S. E. l’Ambasciatrice (1923). Aderì al fascismo divenendo anche Accademico d’Italia nel 1937. Sostenne, tra le altre cose, la politica demografica del regime. Fu, invece, contrario all’entrata in guerra dell’Italia nel 1939, prevedendone le sorti disastrose.