Da Lacan in Italia a SpazioZero
Description of book
La psicoanalisi, in quanto disciplina, vive in questo tempo momenti travagliati. È esistito nel recente passato e esiste tuttora tra i suoi praticanti uno straordinario tratto oblativo, tendente a iscrivere senza dubbi di sorta la psicoanalisi nella classe delle psicoterapie, anche in forza dell’innegabile vantaggio professionale offerto a ogni “terapia” istituzionalizzata dal Servizio Sanitario Nazionale. Così, dopo avere rappresentato negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso una importante fonte di ispirazione per la domanda culturale delle nuove generazioni, negli ultimi anni del ‘900 questo slancio, ideale e idealizzato, è venuto a confronto con il Reale e, come sempre capita in questi casi, ha dovuto pagare il prezzo dell’abbraccio soffocante della professionalizzazione. La professionalizzazione della psicoanalisi è un tema ancora tutto da scrivere, che pervade la storia stessa di questa disciplina e che si potrebbe appunto scrivere e capire solo affrontando la storia della psicoanalisi nella sua completezza e complessità.
Con questo libro tentiamo di raccontare un piccolo pezzetto della storia della psicoanalisi in Italia. Si tratta però di un tempo che è risultato fondamentale: il racconto della sconfitta politica di un movimento culturale che forse neppur ricorda più d’essere stato tale.
Potrà un libro ricomporre i tratti della memoria onde rimettere in moto il desiderio di testimoniare la ricchezza di un percorso che si è svolto nel tempo della vita di molti psicoanalisti italiani?
Potrà un libro stravolgere il corso di una situazione in atto che appare totalmente confluente con le politiche in materia sanitaria degli Stati contemporanei?
Oppure dovremo capitolare definitivamente e riconoscere che la storia della formazione teorica in psicoanalisi è fuori posto nel tempo della modernità attuale? Per parte nostra abbiamo scritto affinché la storia non sia taciuta, affinché il racconto resti a testimoniare che la vita vissuta da tanti psicoanalisti italiani nella costanza di un lavoro di ricerca, magari silenzioso ma per questo non meno prezioso, non deve venire rimosso e dimenticato.
È nella forma delle cose fatte che si annida la luce del desiderio di vivere la vita.