Compositore, librettista, esponente del movimento letterario della Scapigliatura, Arrigo Boito (1842-1918) fu a capo del giornale Figaro, che dirigeva con Emilio Praga. Nel 1864 divenne collaboratore del Giornale della Società del Quartetto dove pubblicava resoconti di concerti e il suo saggio più ampio, Mendelssohn in Italia. «L’Italia fu il sogno dorato di Mendelssohn fin dalla sua prima giovinezza, fu il paese fantastico in cui si dilettava idealmente viaggiare, nelle poetiche esuberanze del pensiero. Quelle vaghe architetture del cuore, che noi chiamiamo castelli in aria, costruzioni mirabili in cui v’hanno le perle più fine dell’idea, le pietre più verdi della speranza, Mendelssohn le immaginava o a Venezia o a Napoli o a Firenze o a Roma: i suoi châteaux en Espagne erano invece in Italia; erano orizzonti di corallo, montagne di fuoco, marine di berillo, nacchere napoletane, rovine di Colossei, cieli eternamente lucenti, e lagune, e gondole, e zendadi veneziani».
Di avvenirista ironia è poi la Lettera al ministro Broglio, apparsa su un'altra nota rivista dell'epoca, Il Pungolo, il 21 maggio 1868, e che abbiamo deciso di riprodurre a completamento di questo breve lavoro.