Dietro la satira, il gioco linguistico, l’occasionale sberleffo, in questa silloge si cela in realtà il pudore dei sentimenti più intimi, il disincanto di fronte all’amore (effimero o addirittura impossibile). Di fronte a un mondo avvelenato dall’uomo, che inquina la natura ma anche la vita sociale con ingiustizie e sofferenze, il Poeta-Giullare del verso non si preoccupa del “politically correct”, irride gli omini color verde-padano e stigmatizza l’ipocrisia dei perbenisti che rifiutano il “diverso”. Sempre latente, l’idea della morte: irrisa pure lei, ma fino a un certo punto…