Asha
Desideravo solo ciò che avevano le mie amiche
Tietoa kirjasta
Un argomento delicato e complicato: la prostituzione minorile.
Si parla quasi esclusivamente della forma costrittiva del fenomeno; giustissimo visto che è la parte drammatica e riguarda giovanissime vittime inconsapevoli, e dev’essere contrastata con tutte le nostre forze. Non bisogna però dimenticare che esiste anche l’aspetto volontario. Un fenomeno molto più diffuso di quanto non si creda fra gli adolescenti di oggi che, per ottenere ricariche, telefonini di ultima generazione, piuttosto che un vestito firmato o soldi, scelgono di vendere il proprio corpo… consapevolmente. E non sempre, come nel caso della protagonista, spinti dalle precarie condizioni economiche della famiglia. Anche questa è da contrastare, a monte.
Nel libro, i due aspetti s’incrociano, procedono paralleli, sviluppando una trama fitta, senza pause, avvincente.
Asha è la terzogenita di una famiglia di immigrati albanesi, in Italia da vent’anni. Persone perbene, oneste, lavoratrici, ben integrate nel tessuto sociale, ma che a stento riescono ad arrivare a fine mese.
Vedere le amiche vestire bene, avere belle case e tutto ciò che desiderano, mentre lei è costretta a vestire abiti lisi e abitare in una casa fatiscente, le fa provare invidia. Trascinata da un’amica senza scrupoli, accecata dalla prospettiva di avere ciò che i genitori non possono darle, scappa e decide di vendere il suo corpo per ottenerle.
Questa scelta però, se da un lato le permette di appagare tutti i suoi desideri, ben presto le fa rimpiangere il non poter avere una vita da normale adolescente, coltivare amicizie, ridere, scherzare, innamorarsi.
Venduta a un’organizzazione criminale, segregata e costretta ai loro voleri, scappa più volte, ma viene sempre ritrovata. Scoperto di essere incinta, non riuscendo a trovare il ragazzino con il quale lo ha concepito, tenta di far credere a un uomo di mezz’età, incontrato durante una delle sue fughe, di essere lui il padre del bambino.
Fallito anche questo tentativo, stanca di scappare, con quei criminali che non le danno tregua… decide di farla finita.
Il ritrovamento della lettera d’addio che lascia sul tavolino di un bar, dà l’avvio alla storia.